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Carciofo violetto

  • Vaso: 9

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Descrizione

Dettagli:

Varietà ibrida di carciofo, da seme, caratterizzata da elevata uniformità e grande attitudine alla produzione di capolini di elevatissima qualità. Ciclo precoce, 150-180 giorni dal trapianto, con pianta di media vigoria, che produce un numero molto elevato di capolini durante il suo ciclo. La forma dei capolini è leggermente allungata, semi globosa, con brattee (le caratteristiche foglie di cui mangiamo la parte bassa carnosa) di colore viola intenso, anche nei periodi più caldi. Ottima tolleranza alla formazione della peluria all’interno del capolino nei periodi caldi, tale caratteristica consente quindi di ritardare il periodo della raccolta dei capolini, incrementandone il peso.

Il Carciofo (Cynara cardunculus L. scolymus) è una pianta di origine mediterranea appartenente alla famiglia delle Compositae, molto nota fin dall’antichità per i pregi organolettici del capolino. È originario dei Paesi del Bacino del Mediterraneo orientale, comprese le isole Egee e Cipro, e dell’Africa settentrionale compresa l’Etiopia, dove tuttora crescono spontanee altre specie di Cynara. In generale, il carciofo richiede un clima mite e suffi cientemente umido, per cui il suo ciclo normale è autunno-primaverile nelle condizioni climatiche del bacino mediterraneo, mentre nelle zone più fredde si raccoglie nel periodo estivo.

Prendersene cura:

Tra le operazione fondamentali si ricorda la sarchiatura del terreno, che consente l’eliminazione delle erbe infestanti, oltre che la rottura della crosta superficiale. Altra operazione normalmente eseguita sulle carciofaie è la dicioccatura che ha lo scopo di eliminare gli steli che hanno prodotto i capolini. Questa pratica si esegue dopo il primo anno dall’impianto, in giugno-luglio, quando le piante sono quasi secche. La dicioccatura consiste nel recidere gli steli circa 4 cm sotto la superficie del terreno, eliminando anche le gemme che si sono formate per ultime al di sotto di essi. Per l’esecuzione di questo lavoro si consiglia l’impiego di una zappa a lama tagliente, poiché gli steli, essendo quasi secchi, oppongono una notevole resistenza al taglio e perché alla base possono presentare un diametro anche superiore ai 5 cm. Alla dicioccatura poi si aggiunge la scarducciatura, che si esegue anch’essa dopo il primo anno dall’impianto e che consiste nell’eliminazione dei carducci (germogli) in eccesso. Si lasciano due-tre carducci per pianta, i più vigorosi, che produrranno capolini grossi e precoci. Il numero di scarducciature annuali dipende dalla varietà, dall’età della pianta e dal numero di carducci lasciati nella precedente scarducciatura. Solitamente si effettuano due scarducciature all’anno: una a fine inverno, da metà febbraio a metà aprile, e l’altra in autunno, da metà settembre a fine ottobre.

Per avere buoni risultati nella coltivazione del carciofo è di fondamentale importanza irrigare, in modo da assicurare alle piante una costante umidità del terreno. In linea di massima, nelle aree meridionali e su varietà autunnali (Romanesco e violetto), si interviene con le prime irrigazioni nei mesi estivi (luglio-agosto): tale pratica evita la possibilità che la pianta vada in riposo vegetativo, consentendo un notevole anticipo della produzione. Le irrigazioni possono proseguire poi sino al mese di settembre-ottobre. Sono necessarie frequenti irrigazioni in estate, con un turno medio di 7-8 giorni, ed alcuni interventi in autunno qualora l’andamento climatico sia siccitoso.

La raccolta si esegue quando il gambo si è notevolmente allungato e il capolino presenta le brattee ben chiuse ed ha raggiunto le dimensioni tipiche della varietà. Se si ritarda la raccolta si assiste ad un aumento delle dimensioni del capolino, le brattee esterne tendono ad aprirsi e il colore di quelle interne a virare dal giallo paglierino al violetto.

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FORNITORE

FLORAL GARDEN

AMBIENTE

GIARDINO

PIANTE

orto

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